Bevande per Disintossicare i Reni

La stanchezza è legata al fegato, colon e reni i quali sono alcuni dei principali sistemi di disintossicazione del nostro corpo. Questi organi hanno il compito di filtrare il sangue e di rimuovere i rifiuti che ogni giorno ingeriamo, inaliamo o assorbiamo.
Affinché questo apparato di disintossicazione funzioni al meglio, però, è necessario che si trovi in buona forma. I reni, ad esempio, lavorano duramente per mantenere i giusti equilibri presenti nel nostro organismo. Quando funzionano a un livello ottimale, si vede subito: la pelle è luminosa, pulita, il peso è sotto controllo e vi sentite più energici e sani.

Quando i reni sono affaticati, invece, lo dimostrano in maniera diversa. Ad esempio:

vi sentite stanchi, senza energie;
la pelle inizia a sviluppare problematiche come eruzioni cutanee, eczemi e acne;
accusate dolore all’altezza dei reni, soprattutto dopo aver mangiato alimenti trasformati;
avvertite sbalzi d’umore e sbalzi ormonali;
il peso inizia ad aumentare;
vi sentite gonfi;
potreste avere problemi alla vescica, o infezioni del tratto urinario.
Insomma, come avete potuto notare, sono tutti sintomi riconducibili a quelli che abbiamo già visto e che indicano che nel nostro organismo sono presenti troppe tossine.

stanchezza

depurare i reni

Il vostro corpo vi sta dicendo che avete bisogno di un periodo di riposo e che è necessario disintossicare i vostri organi. In particolare i reni.

A questo proposito, abbiamo visto, ad esempio, una serie di cibi che possono aiutarci a liberare reni e vescica dalle tossine in eccesso.

Oggi, vedremo invece una serie di ricette per creare delle bevande utili a facilitare la pulizia dei reni, ristabilendo il loro normale equilibrio.

Il potere delle verdure

Inserite all’interno di un frullatore mezza barbabietola, un cetriolo e tre carote. Le barbabietole sono ottime per pulire il corpo dalle tossine e rigenerare i globuli rossi. Carote e cetrioli supportano il lavoro dei reni ed eliminano l’acido urico, prevenendo la formazione dei calcoli renali. Questo succo dà un’ottima carica nutrizionale.

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A tutto ravanello

Inserite in uno spremiagrumi una tazza di ravanelli, una di cavolo, un gambo di sedano e una mela. Naturalmente tutti gli ingredienti devono essere accuratamente lavati e tagliati. I ravanelli disintossicano i reni, il fegato e la cistifellea. Sono anti-infiammatori e anti-fungini e combattono le infezioni. Se si soffre di calcoli renali, il succo di ravanello aiuterà ad eliminarli.

Mirtilli e aceto di mele

Frullate insieme 60 ml di succo di mirtillo puro senza zucchero, 2 cucchiai di aceto di mele e dell’acqua per diluire (la quantità dipende dai gusti). Per addolcire potete aggiungere del miele. I mirtilli aiuteranno a stanare i batteri e tossine presenti nei vostri reni, l’aceto di mele a prevenire la formazione di calcoli renali.

(tratto dal sito ambientebio.it)

 

Mal di testa

Mal di testa?

Se il mal di testa è ricorrente, quasi cronico, si ripresenta magari nel week end, anzi, in tutti i week end prednisone 20mg.

Se hai fatto tutti gli accertamenti e non hanno trovato nulla che non va, ma la risposta è stata : è colpa dello stress, allora dovresti esaminare meglio anche altri eventuali sintomi.

E’ vero che lo stress è causa di tanti tanti mali, ma la cefalea muscolo-tensiva potrebbe avere anche origine ma una fibromialgia che non si è ancora manifestata in tutte le sue forme, o semplicemente da un’intolleranza alimentare.

Che fare in ogni caso? Evita innanzi tutto di imbottirti di antidolorifici, in questo modo curi solo il sintomo e non la causa e non fai altro che peggiorare altre situazioni, visto che nessun farmaco è scevro da effetti secondari.

Fai un test per le intolleranze, tantissime volte basta eliminare un alimento che ti da fastidio, per un pò, per ritrovare la serenità.

Poi, elimina comunque i latticini e il glutine, prova per una settimana e vedi come va.

Esperienza personale, sono passata dal mal di testa settimanale a non averlo più da quasi tre anni. E ovviamente per me è stata una grande conquista!

 

 

 

Disbiosi Intestinale

Disbiosi Intestinale

Quando il numero di batteri intestinali si riducono drasticamente, entriamo in una condizione di “disbiosi intestinale”, dove il bilanciamento dei batteri di vario tipo, viene meno, causando una serie di disfunzioni, sia prettamente intestinali, tipo diarrea o stipsi, che problemi di diversa natura, tipo reflusso gastrico o facilità nell’ammalarsi.

Ma cosa causa la disbiosi intestinale?

L’alimentazione scorretta, gli additivi, i conservanti, gli antibiotici, gli antinfiammatori, lo stress. Insomma, quante persone oggi possono dirsi immuni alla disbiosi intestinale? Basta dare un’occhiata ai carrelli della spesa in fila alla cassa del supermercato, per renderci in effetti conto di quanto mangiamo male.

Se poi vogliamo essere più pignoli, basta leggere con un pò di attenzione, le varie targhette degli ingredienti.

A volte mi chiedo se quel pacco di biscotti X o merendine Y, siano state fatte da un carrozziere, piuttosto che da un’industria alimentare.

Ora, non possiamo agire personalmente nè tantomeno nell’immediato, all’inquinamento atmosferico, non possiamo tornare indietro nel tempo per evitare di imbottirci di quell’antidolorifico o antibiotico. Però ciò che oggi possiamo fare è cercare di ripristinare la flora batterica con una più equilibrata alimentazione, quando è possibile cercare di acquistare prodotti agricoli di sicura provenienza.

Anche fare moto è indispensabile; camminare almeno una mezz’ora al giorno è sufficiente.

La disbiosi intestinale non è un problema da sottovalutare, anche perchè dall’intestino partono tantissime patologie, anche la fibromialgia che tratto in qusto blog. può avere origine dalla disbiosi, anzi, in caso di fibromialgia la disbiosi è quasi sempre presente.

Alimentarsi quindi in modo corretto, evitando zuccheri e latticini, ripristinare poi la flora batterica con l’ntegrazione di probiotici.

 

DNA_Solutions_Probios

  • Assicura un buon funzionamento intestinale.
  • Utile nei casi di:  Impoverimento della flora batterica intestinale.
  • In presenza di stipsi o di diarrea.
  • Nei casi di disbiosi intestinale provocata da: stress, diete sbagliate, uso di antibiotici e presenza di batteri patogeni e virus.
  • Indebolimento delle difese immunitarie.
  • Cattivo assorbimento dei nutrienti.

 

 

 

 

La vitamina D nella Fibromialgia

La vitamina D nella Fibromialgia

 

Oltre al dolore e alla fatica, gli individui con diagnosi di fibromialgia possono avere disturbi del sonno, rigidità mattutina, scarsa concentrazione e occasionalmente sintomi mentali da lievi a gravi, come ansia o depressione. La condizione può avere un impatto significativo sulla qualità della vita del paziente, con conseguente perdita di occupazione e / o ritiro dalla vita sociale.Non esiste una cura e nessun trattamento affronterà tutti i sintomi, ma alcuni sintomi possono essere alleviati con la terapia fisica, terapia cognitivo-comportamentale, terapia farmacologica temporanea (come amitriptilina, duloxetina, o pregabaline) e terapie multimodali.

Calcifediol (noto anche come calcidiolo, 25-idrossicolecalciferolo, o di 25-idrossivitamina D (OH) D) è un prehormone prodotto nel fegato dall’ enzima colecalciferolo (vitamina D3). Calcifediol viene quindi convertito in calcitriolo (1,25 – (OH) 2D3), che è la forma attiva della vitamina D. La concentrazione di calcifediol nel sangue è considerata il migliore indicatore dello stato della vitamina D.

I ricercatori hanno ipotizzato che la supplementazione di vitamina D potrebbe ridurre il grado di dolore cronico vissuto da pazienti affetti da fibromialgia, con bassi livelli di calcifediol e potrebbe anche migliorare altri sintomi. “Bassi livelli ematici di calcifediol sono particolarmente comuni nei pazienti affetti da fibromialgia con dolore grave. Il ruolo del calcifediol nella percezione del dolore cronico è un argomento ampiamente discusso poichè manca una chiara evidenza del ruolo della supplementazione di vitamina D nei pazienti con fibromialgia “, dice il principale autore dello studio Florian Wepner, MD, del Dipartimento di Ortopedia gestione del dolore, Unità di Spine, Ospedale ortopedico, Speising a Vienna. “Abbiamo quindi deciso di stabilire se aumentare i livelli di Calcifediol in questi pazienti potrebbe alleviare il dolore e causare un generale miglioramento nei disturbi concomitanti”.

In uno studio randomizzato controllato, 30 donne affette da fibromialgia con bassi livelli sierici di Calcifediol ( 32ng/ml), sono state suddivise in un gruppo di trattamento e un gruppo di controllo.L’obiettivo per il gruppo di trattamento era quello di raggiungere i livelli sierici Calcifediol tra 32 e 48ng/ml, durante 20 settimane, con integratori orali di colecalciferolo. Livelli Calcifediol siero sono stati valutati dopo cinque e 13 settimane e la dose è stata rivista sulla base dei risultati. I livelli di Calcifediol sono stati misurati di nuovo, 25 settimane dopo l’inizio della supplementazione, dopo che il trattamento è stato interrotto, e dopo ulteriori 24 settimane senza supplementazione.

Dopo ventiquattro settimane senza supplementazione, una marcata riduzione del livello di dolore percepito si è verificata nel gruppo sottoposto a trattamento buy generic zithromax. Tra la prima e la venticinquesima settimana di supplementazione, il gruppo trattato è migliorato significativamente su una scala di controllo del funzionamento fisico, mentre il gruppo placebo è rimasto invariato. Il gruppo di trattamento ha anche registrato risultati migliori sull’ Impact Questionnaire Fibromalgia (FIQ), per quanto riguarda la ” fatica del mattino”. Tuttavia, non ci sono stati cambiamenti significativi nella depressione o ansia sintomi.

“Crediamo che i dati presentati in questo studio sono promettenti. Nella fibromialgia, i sintomi sono molto vasti e complessi e non possono essere spiegati da una carenza di vitamina D, da sola. Tuttavia, la supplementazione di vitamina D può essere considerata come un trattamento sicuro e un’alternativa estremamente conveniente o aggiunta al trattamento farmacologico e terapie fisiche, comportamentali, e multimodali “, dice Wepner.

“ I livelli di vitamina D devono essere monitorati regolarmente nei pazienti FMS, soprattutto nella stagione invernale”.

Fonte: DOI: 10.1016/j.pain.2013.10.002